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Firma anche tu per aiutare i restauri della chiesa di San Maurizio a Monza

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Gli alpini della Brianza sono scesi in campo per aiutare il restauro dell’antica chiesa di San Maurizio a Monza. La Sezione Ana di Monza ha aderito all’iniziativa del Fai (Fondo per l’Ambiente italiano) denominata “I luoghi del cuore”: censimento delle opere d’arte al fine di ottenere dei finanziamenti per il loro restauro, messa in sicurezza e valorizzazione. La delegazione Fai di Monza ha scelto di sostenere come Luogo del Cuore la Chiesa di San Maurizio a Monza e, per questo motivo, è stato creato il comitato “San Maurizio: la chiesa della monaca” del quale fa parte anche la Sezione Ana di Monza. L’obiettivo è raccogliere il maggior numero di firme così da scalare la classifica e ottenere un supporto economico per il restauro, la valorizzazione e il futuro recupero di un bene molto significativo non solo per il nostro territorio.

La chiesa è nota soprattutto per il monastero di clausura del quale era parte e nel quale visse, tra il 1591 e il 1607, Marianna De Leyva, la manzoniana monaca di Monza. Dal punto di vista artistico all’interno della Chiesa (che è una chiesa sussidiaria del Duomo di Monza) si trovano pregevoli affreschi, alcuni dei quali risalenti al XV e al XVI secolo, in parte danneggiati da infiltrazioni d’acqua sulle quali occorre intervenire. C’è poi la necessità di un restauro dell’importante organo a mantice del XVIII secolo. Essendo intitolata  a San Maurizio, patrono degli alpini, si è deciso, come Sezione, insieme ai singoli gruppi, di sostenere l’iniziativa e raccogliere il maggior numero di firme (possono firmare i cittadini di ogni età).

Per avere la migliore visibilità della presenza degli alpini a questa iniziativa sarebbe preferibile raccogliere le firme sui moduli cartacei (che si trovano nelle sedi dei gruppi, ma nulla vieta di poter firmare anche sul sito.

“Auspico la massima collaborazione affinché questa iniziativa possa trovare l’adesione di tutti – ha detto Roberto Viganò, presidente della nostra Sezione – e la capillare diffusione non solo tra gli iscritti al Gruppo, ma a tutta la cittadinanza locale”.